SPECIAL PRICE STORE
Francesco Cusa - Official Website - Recensione Tan T'ien per Jazzitalia

Recensione Tan T'ien per Jazzitalia - il:2014-08-25

http://www.jazzitalia.net/recensioni/thefourthdoor.asp#.U_tns0tjc61

Tan T'ien
The Fourth Door


Improvvisatore Involontario (2013)

1. Struggle Through Lucubration
2. Imposition of Self
3. First Door
4. Manifestation of Matter I
5. Overcoming Spite
6. Misleading Focus
7. Illusion of Contingency
8. Manifestation of Matter II
9. The Second Door
10. Unconscious Material
11. Manifestation of Matter III
12. The Third Door

Luca Dell'anna - Pianoforte, Fender Rhodes
Ivo Barbieri - Contrabbasso
Francesco Cusa - batteria


Un trio piuttosto classico: piano, basso, batteria, denominato "Tant'ien" si presenta con "The fourth door" e già dalla cover si comprende che siamo in ambito "Improvvisatore involontario". Niente, perciò, è dato per acquisito e tutto può essere messo in discussione, secondo l'ottica dell'etichetta discografica, aperta alla sperimentazione e all'inconsueto. La copertina, appunto, è piuttosto inquietante. Vi appare l'immagine tipica, da compendio, dell'anatomia delle fibre muscolari e dei vasi sanguigni, mentre attorno al capo orbitano quattro bolli di colore arancione contenenti misteriose icone. Se poi si leggono le note all'interno, piuttosto astruse, si è informati che il nome del gruppo viene dal cinese e indica il punto dove è situata l'energia nel corpo. Insomma ci sono tutte le premesse per aspettarsi qualcosa di impegnativo per l'orecchio, probabilmente spinto verso l'avanguardia meno domestica. Il contenuto del cd, invece, tutto sommato, è meno sorprendente e di rottura del preventivato. Si ascolta, infatti, una musica con inflessioni funky, accenti di heavy jazz, con passaggi in un free-bop tirato, in un contesto policromatico. Tutta la materia è, comunque, trattata in maniera eccentrica secondo punti di vista non comuni.

Il pianoforte di Luca Dell'Anna insiste su ostinati, ripetuti per un certo tempo, per poi evolvere in un discorso fluente e fluttuante, che in certi casi esce fuori binario, per rientrarvi prontamente. Sono sciabolate costruite da molteplici note che poi si riducono sensibilmente di numero, quando ritorna in primo piano il vamp iniziale.
Ivo Barbieri, sul contrabbasso, fa sentire un suono grasso e poderoso, maleducato il necessario. I suoi interventi completano favorevolmente l'aspetto melodico, suggerito dalle tastiere e pure il versante ritmico, curato dalla batteria.
Francesco Cusa lavora spesso in contrapposizione con i due partners. Non vuole assolutamente che "Tant'ien" sia equiparabile a qualsiasi trio del genere e si adopera in ogni modo per deviare il cammino dei compagni, per trovare strade impervie e complicate evitando di finire sui percorsi consigliati dalle guide, costruendo, così, un sottofondo percussivo brulicante, spesso volutamente alternativo.

Non in tutti i brani si possono registrare invenzioni fulminee; alcuni, come "Manifestation of Matter I" e "Overcoming Spite" finiscono nella normalità di una jazz fusion con puntate nell'hard rock, senza particolari reinvenzioni. I brani migliori sono, invece, "Unconscious Material" e "Manifestation of Matter II", dove si assiste a cambi di tempo e di modo, all'interno della traccia e ad assoli in simultanea dei tre membri del gruppo, affatto corrispondenti e coerenti.

"The fourth door", in conclusione, è il disco di un trio teso a distinguersi con idee relativamente nuove, utilizzando un tipo di formazione sicuramente molto battuta. In diversi pezzi i risultati sono più che confortanti, in altri si comprende la grande fatica di liberarsi in modo originale da determinati clichès, malgrado l'entusiasmo e la preparazione dedicati a questa incisione.

Gianni Montano per Jazzitalia