SPECIAL PRICE STORE
Francesco Cusa - Official Website - Mia recensione de "La Variabile Umana" di bruno Oliviero (3)

Mia recensione de "La Variabile Umana" di bruno Oliviero (3)

2013-09-13

Poi si dice che il cinema italiano è in crisi. Per forza, fin quando si concedono finanziamenti per simili minestre rancide, non v’è nulla di cui stupirsi. La cosa che infastidisce in quest’opera di Bruno Oliviero è l’utilizzo di varie tecniche di ripresa e montaggio – a macchia di leopardo -, in un dispiegamento maldestro di tentativi non giustificati né da trama, né da recitazione minimalista.
Il risultato è un pastrocchio melenso, con una fastidiosa insistenza narrativa per gli scorci d’una Milano nera. Enfatizzata, irrelata, stucchevole, questa pervicacia descrittiva dei contesto urbano si impone agli occhi dello spettatore quale sterile e manieristico esercizio di stile. Una cornice dunque aliena, pretestuosa; la camera insiste nella ripresa costante di luoghi, in un controcanto artificoso e privo di riverbero poetico, per fatti e vicende che potrebbero svolgersi ovunque (quanta differenza rispetto alle carrellate su Roma dell’ultimo film di Sorrentino). Un topos che non trova alcuna rispondenza, se non nominalistica, con le vicende trattate nel film.

E veniamo al plot. Il “giallo” è davvero cosa piccola, le dosi di pathos ridotte all’omeopatia del coinvolgimento: viene insomma voglia di schiacciare un bel pisolino e in tale nobile intento veniamo di certo sorretti dal prezioso contributo di Michel Stevens, che piazza un bel carico da novanta con la sua colonna sonora narcotizzante, ai limiti del fermo carcerario. Che dire poi di Silvio Orlando? E’ indubbiamente un buon attore, ma è mai possibile che non si riesca a capire quel che dice? (a meno che non prenda a urlare come un forsennato. Due toni, due profili: Silvio Orlando dimesso e triste/ Silvio Orlando incazzato e gracchiante. Fine). Almeno io ho questo problema, soprattutto quando si esprime sui toni bassi e con quel filo di voce (e avrete capito che con ‘sto film, tutto umbratile e malinconico in senso brutto, da questo punto di vista siamo rovinati).
Che altro aggiungere. Film consigliatissimo a pendolari, madri affette da isteria, insonni cronici, traders con problemi finanziari d’un certo rilievo. E’ garantito il distacco, il galleggiamento, la relativizzazione di ogni assillo, in una nebulosa di torpore, tra il sonno e la veglia. Pochi sussulti intermittenti, durante gli sporadici sibili di Silvio Orlando. Giusto quel tempo necessario per dare di gomito al compagno o alla compagna di fianco, e chiedere: “Eh? che ha detto ?” (atto importante che attesta che non-ci-siamo-distratti-dalla-trama).
Attendiamo Oliviero alla sua seconda prova muniti di Caffé Sport Borghetti.

La variabile umana
Un film di Bruno Oliviero. Con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Sandra Ceccarelli, Alice Raffaelli, Giorgia Senesi.
Drammatico, durata 83 min. – Italia 2013. – Bim uscita giovedì 29 agosto 2013.