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Francesco Cusa - Official Website - mia recensione di ""Le Belve" di Oliver Stone (7)

mia recensione di ""Le Belve" di Oliver Stone (7)

2012-11-06


Non mi capacito di tutto questo accanimento della critica nei confronti di questo bel film. Certamente non siamo sui registri del recente Friedkin (accomuna i due film certa efferatezza), ma ho come l'impressione che i più abbiano preso una cantonata. O meglio che abbiano preso tropo sul serio il gioco di citazioni che Stone mette in tavola. Sono cibi in plastica, modellini di porzioni di pollo e patate e bicchieri di birra gelata: non occorre azzannarli per comprenderlo.

Assaporare "Le Belve" significa sostanzialmente: "Hey man! smettila di giocare con i paragoni (gioco fin troppo facile con Stone) ed entra nel vivo della storia narrata!". Del resto, Stone lo conosciamo; è regista che alterna sprazzi di classe adamantina a cadute di gusto al limite del ridicolo. Ma qui, tutto sommato, il film regge: su tutti Benicio Del Toro con una prova maiuscola (a me pare sempre di più Brad Pitt dopo un sequestro di Al Qaeda).

La storia è tutta incentrata su iperbole e caricature, i personaggi sono carnascialeschi e, ovviamente, la cifra estetica di "Le Belve" non può raggiungere l'acme di un Rodriguez, per non dire di un Tarantino (e qui mi contraddico subito con queste comparazioni).

Diciamo che siamo di fronte ad uno Stone gigionesco che cerca di far sorridere con qualche barlume di splatter. Ma la trama è buona, il ritmo incalzante, e personalmente ho gradito molto i due finali. Ricordiamoci che stiamo parlando pur sempre del regista di "Wall Street", "Jfk", "U-Turn" e "Assassini nati": prima di ironizzare certa critica dovrebbe comunque sciacquarsi la bocca. Dagli osannatori della Comencini pretenderei quantomeno un po' più di rispetto.

"Le Belve" (7)

Francesco Cusa