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Francesco Cusa - Official Website - Mia recensione di "On the Road" di walter Salles (3)

Mia recensione di "On the Road" di walter Salles (3)

2012-10-22

"On the road" (3)

Non si può mettere Kerouac nelle mani di un regista come Walter Salles. Uno che metterebbe lo sciroppo d'acero pure sullo spaghetto alle vongole.

No, no, no e poi ancora no. Condensare il manifesto della Beat Generation in poco più di 137 minuti di noia assoluta è peccato mortale.

Insostenibile questo suo sguardo contemplativo, disincantato, questo modo algido di riprendere la sofferenza, la strada, l'estasi, il tradimento. Perfino il bebop, vera e propria "colonna sonora" del romanzo, appare qui cool, congelato, siderale, a dispetto delle danze forsennate dei protagonisti.

Il mondo di Kerouac, la vita pulsante del romanzo, vengono ripresi da una prospettiva distante, quella delle lenti di un binocolo rovesciato. Tutto ciò poi stride rispetto alla sostanziale aderenza del film al testo: il coltello affonda nella melassa più che nella carne. Per non parlare dell'insulso cast, ove perfino due giganti come Kristen Stewart e Viggo Mortensen - nel film nei panni di Burroughs -, ci fanno la figura scialba dei comprimari (qualcuno ha azzardato, a mio avviso in maniera corretta, a quanto sarebbe potuto essere valido il cast di "Killer Joe" per questo riadattamento cinematografico).

Un film emotivamente patetico che finisce col risultare una sorta di soap opera frastagliata e priva di pathos. Non ci si aspettava di certo una "trama", ma quantomeno un progetto, una sceneggiatura avente come cornice gli Stati Uniti d'America, che quello è alla fine poi il senso di "On the Road": un omaggio ai territori del Nuovo Continente, alla sua natura e al fascino wild della sua immensità. Pure questo è riuscito a deframmentare Salles, perfino le "ragioni del paesaggio", che qui pare accomiatarsi sullo sfondo, come una sorta di carta da parati nella stanza dei piccini. Una totale delusione, a dispetto della roboante macchina mediatica messa su per questa pellicola.

Un film ignifugo che purtroppo sopravviverà anche al Rogo Purificatore del Santo Inquisitore Bruciatore dei Film Senza Palle.

Francesco Cusa