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Francesco Cusa - Official Website - Recensione di “Knight od Cups” di Terence Malick (s.v.)

Recensione di “Knight od Cups” di Terence Malick (s.v.)

2016-11-11

Come un immane piano sequenza, il flusso di Malick prosegue, di film in film. Un viaggio infinito nella donna attraverso le donne. Nella vita attraverso i tarocchi. Il rapporto uomo-natura. L’intima essenza. L’ambientazione in quel di Las Vegas, ovvero nella città dell’effimero, dell’artificio, scossa dal rombo del terremoto che riporterà il protagonista alla relazione con la radice del dolore. Knight of Cups non è film brutto e non è un film bello. Forse non è neanche un film. Dunque non può essere “recensito”. Riporto alcune mie trascrizioni, degli appunti che ho preso durante la visione e che concedo alla lettura, in sintonia col flusso delle immagini che ancora percorre i territori della mia visionaria notte.

LA LUNA. Non ci sono principi ma circostanze. Il mondo è una palude, ci devi volare sopra. In alto. Lá dove tutto sembra un granello.
IL GIUDIZIO. LEI: Sei cambiato. Il mondo ti ha assorbito. Sempre di più. Un tempo al mattino cantavi quando scendevi le scale. Eri diventato meno gentile con me. Quasi crudele. Volevi che ti aiutassi a superare i pericoli di chi è giovane, la paura. Avevi la testa girata dal lato sbagliato. Non sei mai voluto mai entrare nel nostro matrimonio. E non volevi neanche restarne fuori. Eri sincero nelle promesse che avevi fatto. Eppure non partivano dal tuo cuore. LUI: mi hai dato la pace. Mi hai dato quello che il mondo non può dare. La gioia. Tutto il resto sono nuvole. Nebbie. Stai con me. Sempre.
LA TORRE. Dove altro puoi andare. Altrove sarà la stessa cosa. Pensi che quando arrivi ad una certa età le cose cominciano ad avere un senso. Invece sei perso come prima. Immagino sia questa la dannazione. I pezzi della tua vita che non si uniscono mai. Che sono lì e stanno in giro.
IL SOLE. Sognare è bello. Ma non si può vivere in un sogno. Mi ritorna in mente la tenerezza con cui mi toccavi il viso quando avevi quattro anni. Ogni uomo. Ogni donna. Una guida. Un dio. Tu vivi in esilio. Straniero in terra straniera. Un pellegrino. Un cavaliere. Trova la tua strada. Dall’oscurità alla luce. Ho passato trent’anni senza vivere la vita. Anzi rovinandola a me stesso e agli altri. Non riesco a ricordare che uomo volevo essere. A nessuno importa più della realtà. Le altezze non si sommano. L’amore vero non si trova facilmente. Come ci sei arrivato? Esco dalla grande nube di polvere che tutti stanno sollevando. L’unica via d’uscita è all’interno. Respira. La tua mente è un teatro.
Egli muta l’ombra di morte in aurora.
MORTE. Fare attenzione al momento presente. Ed è tutto lì. Perfetto e completo. Così com’è. C’è così tanto amore dentro di noi. E non viene mai fuori.
Soffrire ti lega a qualcosa di più elevato di te. Ti porta via dal mondo per scoprire cosa c’è di là. Occorre considerarli dei doni. La sofferenza è dono più prezioso della felicità che cerchiamo per noi stessi.
Padre dammi il coraggio. La forza. (Il padre). Sei stato bravo. Più bravo di me. Sono fiero di te. Dovrebbe essere sempre così.
LIBERTÀ. Trova la luce che conosci a est. Come un bambino. La luna e le stelle. Sono al tuo servizio. Ti guidano nel cammino. La luce negli occhi degli altri. La perla.