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Francesco Cusa - Official Website - Recensione di "Trash", di Stephen Daldry

Recensione di "Trash", di Stephen Daldry

2014-12-02

http://www.lapisnet.it/il-magazine/trash-di-stephen-daldry/

Ora, a parte la bella prova di questi ragazzi – pare effettivamente selezionati dalle favelas,- siamo di fronte ad un polpettone confezionato ad arte per il circuito dell’entertainment, in un centrifugato di luoghi comuni che riescono perfino a farti simpatizzare per il terribile (è un eufemismo) capo-sterminatore della polizia. Le connotazioni etiche che costellano ogni dialogo, ogni inquadratura, ogni sacrosanta vicenda, finiscono col fiaccare ogni resistenza, financo quelle più pervicaci di chi, come il sottoscritto, è sempre in attesa d’una qualche meraviglia destabilizzante.
Niente di tutto questo. La storia scorre come l’acqua del bidet dai rubinetti mal chiusi: silente. Sì, le immagini sono anche belle, con dei patinati squarci sulle bidonville, ma il tutto è continuamente disturbato da questo uso criminale del flashback, e da una disarmante pochezza dei dialoghi, che sembrano scritti da una mamma apprensiva in vena di stranezze. Stride, per ragioni non certo pertinenti, la relazione tra questa messa in scena della miseria e delle crudeltà dell’uomo e quella potente e devastante del recente “Il Sale della Terra”, dove il Terzo Mondo viene rappresentato nella sua devastante e ambigua essenza dalle immagini di Salgado.
Ne risulta un imbarazzante affresco del disagio, edulcorata da venature di ottimismo demenziale che finiscono col rendere caricaturale tutta l’operazione. Da dimenticare.