SPECIAL PRICE STORE
Francesco Cusa - Official Website - Recensione di “Nymphomaniac Vol 2″ di Lars Von Trier (10)

Recensione di “Nymphomaniac Vol 2″ di Lars Von Trier (10)

2014-05-12

Continua il dialogo tra Joe e Seligman, ovvero della ninfomane e dell’asessuale, binomio perfetto nella didascalica dottrina del racconto di Lars Von Trier.

Vengono a delinearsi, nel prosieguo della narrazione, anche i ruoli delle due entità antitetiche, ovvero del maschio (impotente) e della femmina (erotizzata).
Joe continua a raccontare la sua evoluzione in questo secondo capitolo: il paradosso di Zenone viene evocato nella similitudine tra la tartaruga (Joe) e Achille (l’orgasmo negato). Questa impossibilità a raggiungere il piacere stabilisce un nuovo piano di esplorazione del suo viaggio, ma contemporaneamente incrocia il presente del racconto, in cui si esplicita l’impotenza di Seligman e la sua visione del godimento tutta confinata al gusto letterario e all’immaginario. Una sorta di innocenza senile (che si è fatta tale) funzionale alla contemplazione dell’Eros attraverso le lenti non colorate dal desiderio. Da qui l’esortazione (alla fine ingannatoria) di Seligman a Joe, di continuare nel racconto, nella garanzia di un ascolto e di un giudizio “puri” e fortificati dalla verginità.
L’asessuale e la ninfomane così si immergono nuovamente nelle vicende travagliate di Joe, e continua la suddivisione in capitoli, anche questa esplicativa in senso arcaico, medievale.

Da Roma verso Oriente. Viaggio dal dolore alla felicità. Altra metafora con il riferimento alla chiesa scismatica. Roma quale centralità della sofferenza, Bisanzio, viaggio verso la serenità. La Chiesa d’Occidente come approdo dopo un’adolescenza all’insegna dell’estasi. Joe riferisce di questo percorso al contrario, dall’estasi al dolore, fisico e morale, degli incontri con uomini “pericolosi”, dell’ iniziazione alla violenza come fatto erotico estremo, ultimo.
Descrive i percorsi, l’iniziazione alla Violenza come metodo, nel parallelismo con la crocifissione, la passione e le 39 frustate di Cristo. Racconta dell’eccitazione e della lubrificazione nell’attesa di un dolore mai provato. Dell’intelligenza del metodo. dei nodi di K. Di quelli dell’alpinista Prusic.
In questo senso, la maternità, il figlio (citazione notevole di una scena di Antichrist, ma qui il bambino viene salvato dal padre, laddove nel film, il padre-psicologo non riesce nel tentativo) viene vissuta come un fatto demonico (il neonato che ride), un presagio satanico: ”Ogni volta che guardavo negli occhi del bambino avevo la sensazione di essere scoperta”.
Il film procede senza intoppi verso il vertiginoso, e forse troppo repentino finale.
Dissertazioni colte e meno colte accompagnano ogni atto di Joe: si va da quelle relative al linguaggio e all’uso delle parole blasfeme e “proibite” quali portatrici di significato e di essenza, a considerazioni più prosaiche (“Tutte le donne che dicono di non essere eccitate dai negri mentono”, oppure “Le qualità umane possono essere indicate da una sola parola: ipocrisia”).

In certi frangenti si esplicita la tensione antipsicoanalitica di Von Trier, nell’antitesi con Freud, in merito alla perversione polimorfa nel neonato, e più avanti nella messa in ridicolo del “cerchio psicoanalitico” e della rinuncia come metodo.
L’odio del sentimentalismo quale menzogna. L’anatra silenziosa quale scandaglio. La psicoanalisi come polizia etica. La rivendicazione della lussuria. La rottura con la società. (Finalmente un regista iconoclasta!). La celebrazione della sessualità quale forza più potente in Natura. Il pedofilo e la ninfomane nella scelta di una vita di solitudine. L’emarginazione sessuale. Il senso di colpa in quanto prerogativa femminile. L’eterna lotta maschio-femmina. Tutto ciò pare ad un certo punto acquietarsi e trovare una risposta, per quanto silenziosa o sorda.
“Io volevo uccidere un essere umano”, esclama Joe.
“Dimenticando inconsciamente di sapere come si arma una pistola?” gli fa eco Seligman.
Dunque il riposo, il sonno ristoratore, simbolico, nella neutralità di questa diade che pare completarsi sacralmente.
Ma la natura fa il suo corso, e le cose stanno affatto come sembrano.
- See more at: http://www.lapisnet.it/il-magazine/nymphomaniac-vol-2-di-lars-von-trier/#sthash.Waa3lLcx.dpuf