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Francesco Cusa - Official Website - Mio articolo per Cultura Commestibile n.66 "Anticamera Odiosa". Per la rubrica:

Mio articolo per Cultura Commestibile n.66 "Anticamera Odiosa". Per la rubrica:

2014-03-08

Dal medico. Facce. Sospiri. Riviste. Tavolo basso. Sempre questo silenzio religioso, atmosfere da sagrestia. Il ticchettio dell'immancabile pendola. I quadri di anonimi con nature morte e paesaggi campestri. Chi entra per ultimo fa uno strano cenno col capo, si guarda intorno, sussurra un "buonasera" e si accomoda sulle poltroncine. Colpi di tosse. Starnuti. Soffiate di naso belle e vigorose. La stagione del resto, è quella giusta. Fuori piove a dirotto. La porta fa uno scricchiolio sinistro, s'apre una voragine candida che inghiotte un paziente. Odore di garze, di mentolo...Una mamma accarezza i capelli di una bambina che sta col volto chino e le gambe a penzoloni. I pochi conoscenti parlano a bassa voce, si scambiano informazioni segrete. Origlio ma non capto nulla. Ai più prende quasi un infarto quando la pendola segna l'ora. Deduco trattarsi d'un espediente per liquidare i cardiopatici anzitempo. Risatine di circostanza. Il momento perfetto per le elucubrazioni. Effettivamente A.S.L. mi sembra una contrazione di Asilo, un asilo senile per gente cagionevole. Chiudo gli occhi e mi cullo nello sciabordio di questo ansimare, scatarrare, sfiatare di corpi. Immagino d'essere alle Maldive col cocktail in mano ed i piedi a bagnomaria. Poi a qualcuno si squaderna il petto e sono costretto ad aprire un occhio, sornione come la volpe alla gallina. Rieccomi qua. L'Occidente che va dal medico. Il procrastinarsi di vite cotte nel farmaco. Altro che mari cristallini. Altro che spiaggie dorate. Ecco è il mio turno. È ora di andare via. In strada.