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Francesco Cusa - Official Website - "J.Edgar" di Clint Eastwood (voto 6,5)

"J.Edgar" di Clint Eastwood (voto 6,5)

2012-02-14

"IL GRANDANGOLO NO!"
recensioni cinematografiche a cura di Francesco Cusa

"J.Edgar" di Clint Eastwood (voto 6,5)

Un discreto Clint, ma siamo distanti e pure molto dalla forza espressiva di "Gran Torino" o dal coinvolgimento emotivo di "MIllion Dollar". La storia di ‎J. Edgar Hoover, fobico, paranoide capo dell'FBI attraversa mezzo secolo di vicende statunitensi. Pregevole il gioco affabulatorio nei salti temporali, mai forzati o sconnessi, un tantinello sopra le righe il trucco del suo braccio destro, Tompson, davvero caricaturale. Tuttavia il film risente di un affaticamento: a tratti vi è come un parallelismo tra le vicende di Hoover e quelle di Eastwood, verrebbe voglia di dire a entrambi di riposarsi.
Non basta la maturità e la prova di spessore di Di Caprio a dar fuoco alle scene "cult" del film: il bacio omosessuale con il suo braccio destro Tompson dopo la feroce lotta, il travestimento da "Psyco" che segue alla morte della Madre Sovrana. Vi è come un tratto opaco, una miopia che rende il tutto come sospeso, più che sfocato. I dettagli saltano su come pupazzi a molla caricati male, in intermittenze poco preparate dal canovaccio.
La vicende americane, che nel film abbracciano ben otto presidenze USA, vengono narrate con veloci squarci e flashback, claustrofobicamente, per le ristrette mura e le scrivanie colme di fascicoli. Ma alla fine tutto implode: la passione, il trauma, la tragedia, la psicosi e financo la morte, si offrono allo spettatore in un digrignare sordo di denti, di sudorazioni e mascelle serrate che paiono essere apogeo maxillo-facciale ad esclusivo appannaggio del Soggetto. Quell'Hoover-Di Caprio che da solo può forse spingervi ad alzare le vostre stanche natiche dal divano di casa.