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Francesco Cusa - Official Website - Mio articolo per la rivista "Cultura Commestibile" - "Cappuccino senza Schiuma".

Mio articolo per la rivista "Cultura Commestibile" - "Cappuccino senza Schiuma".

2013-11-09

La gente è incazzata. Che hanno tutti? C'era un padre poc'anzi che sbraitava alla figlia. Una bambina dolcissima. La rimproverava perché si era sporcata le calze. Chi ha la faccia butterata e le scarpe griffate non dovrebbe fare il padre. C'è poi un bar con pretese da pasticceria e velleità d'arredi, nell'abbacinante gloria del modernariato. Il barista serve il cappuccino. Ha due sopracciglia a forma di tettoia con rade tracce di forfora piovute chissà come. Troppa fretta. Senza schiuma. Latte e caffè riscaldato. Una brodaglia senz'anima che ricorda le colazioni domenicali approntate da mio padre. Mando giù tutto, come fosse un medicinale, come se non dovessi pagare, e anche caro, per questa sboba. E' incazzato pure il barista. Accigliato. E io bevo questa diluizione di caglio di mucca pur di non urtare oltremodo questa sua indisposizione dell'anima. In strada sprazzi di luce mattutina che paiono sbuffi di panna nel travaglio urbano, come di guarnizioni divine mal riuscite. Una teiera incarognita a forma di donna pensionata strizza il collo alla cagnetta tirando su il guinzaglio a mo' di cappio. Questo perché la bestiola ha cagato sul marciapiede: parliamo di un'inezia d'escremento, più che altro della sua platonica essenza. Più avanti alcuni vecchi si affannano e litigano con la cinese che gestisce uno dei bar più raccapriccianti dell'intero emisfero conosciuto. Era stato servito, a quanto pare, un liquore Strega al risparmio. Roba di dita in meno. "Due ditate...due ditate"; parole nel grigio, ammonimenti, minacce nella gestualità anchilosata, curva, figlia dell'insaccato. Altrove, sideralmente, nembi scuri si sovrappongono al grigiore delle nuvole padane, in fattezze di maschera, con ghigni osceni, sovraumani. Biecamente, alla mia destra, un ragazzo in discreta forma chiede dei denari, e protesta verso chi glissa e fa spallucce a fronte di una richiesta che non possiede i crismi per una carità di facciata. Nei pressi di una rotonda un veicolo strombazza e romba, minaccioso, contro il lavavetri che pressa, che non molla tatticamente. Una rabbia implosa governa e regna nei cortili, nelle vie e nelle piazze. Perfino i bambini paiono depressi. Non tutti fortunatamente. C'è un ciccione che corre come un matto. Nessuno gli passa la palla, in quella che pare essere una partitella approntata, giù nel parco, tra Bambini Odiosi vs Bambini Rabbiosi. Corre il ciccione a dispetto dei chili, della pappagorgia, dei rotoli di grasso. Sorride sempre. Forse è un tic. Una malattia. Pare non seguire il gioco, il senso del match. E' un anarchico e interpreta una coreografia sconnessa, in barba alla tattica. Corre e sorride. Pare galleggiare. In lui, in questo bimbone con la maglietta Conad, sono riposte le mie ultime speranze.

(Bologna nov 2013)