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Francesco Cusa - Official Website - Recensione di The Lenox Brothers ‘Township Nocturne’

Recensione di The Lenox Brothers ‘Township Nocturne’ - il:2022-02-16

https://www.kathodik.org/2022/02/15/the-lenox-brothers-township-nocturne/?fbclid=IwAR2722buFhrbSreTKq2NPMM19YHJJ2BUdkFdDuNj2YKbRA4pzZIfW9yY5Lw

The Lenox Brothers ‘Township Nocturne’
PUBBLICATO IL 15 FEBBRAIO 2022 DA ALESSANDRO BERTINETTO


(Amirani Records 2021)

I 3 fratelli di Gianni Lenoci alla cui vita e opera musicale il disco è omaggio sono Francesco Cusa alla batteria, Pierpaolo Martino al contrabbasso e Gianni Mimmo, che si esibisce anche con la voce nella traccia da cui l’album prende il titolo, al sax soprano. La grafica del disco è di un altro protagonista della contemporanea musica italiana d’improvvisazione Nicola Guazzaloca. È un disco davvero convincente, sentito, delicato e intenso, da parte di tre musicisti che hanno collaborato in momenti diversi con il pianista di Monopoli prematuramente scomparso. Un armonico ed espressivo interplay si dipana attraverso la nove tracce, articolando un groove sempre mordente ed empatico. Il tema narrativo e atmosferico è quello del noir, del racconto poliziesco, ed è svolto con maestria dai tre musicisti: i quali, ognuno interpretando al meglio le possibilità del loro strumento, concordano nel segnalare il vuoto di un pianoforte assente. Se il suo sound di ricorda Steve Lacy, Lenoci ci mette comunque (molto) del suo: per esempio una certa raucedine, e una esplorativa vena melodica, a tratti dichiaratamente nostalgica. Il contrabbasso di Martino è sempre lì, pronto alla conversazione e alla collaborazione, e talvolta (per esempio in Insistent/Persisten e la successiva The Mesmerizing Speech) segue il richiamo di Mimmo per andarsi a prendere coaguli di corde graffiate con l’arco che esibiscono un’asprezza rude e convinta, prima di ridare vita al sostegno motorio/ondulatorio. Al quale la batteria di Francesco Cusa lavora esplorando un ampio arco di possibilità ritmiche, timbriche ed espressive, e dichiarando spesso – con consapevolezza – la propria presenza – magari sottolineando con frasi ritmiche la melodia del sax. Alternando sensazioni di libertà improvvisativa a zone funky-rock (A Waving Recall), e anche momenti sbarazzini (cfr. la parte centrale di The Ride, in cui si palesa evidente la rappresentazione sonora di una corsa, prima al trotto poi all’ultimo respiro) – il disco si offre a un ascolto partecipato e immersivo. L’eredità di un grande musicista è sicuramente ancora creativamente viva.

Voto: 9