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Francesco Cusa - Official Website - Recensione di FC & The Assassins "Black Poker" - Percorsi Musicali

Recensione di FC & The Assassins "Black Poker" - Percorsi Musicali - il:2019-04-24

"Tra i principali pregi del batterista Francesco Cusa c'è quello di vivere la musica al pari di una lettura impegnata: certamente tra il suo jazz e il racconto letterario (dall'artificio linguistico alla simbologia) risiede un collegamento invisibile, identificato da propria visuale; il fatto di essere anche uno scrittore nobilita gli argomenti musicali, così come è successo con Black Power, un lavoro che Cusa desiderava fare da tempo, ossia unire gli sforzi di uno dei suoi usuali quartetti (The Assassins, con Zanuttini alla tromba, Stermieri alle tastiere e Benvenuti al sax tenore) con quelli di un quartetto d'archi. Tale circostanza si è materializzata con la pubblicazione di Black Poker, cd in cui Cusa rielabora musica con l'intento del giocatore di poker, diviso tra il rischio e l'avarizia. Il poker sveglia in me ricordi di ragazzino indelebili: invitato a giocare per la prima volta ne compresi in poco tempo le insidie, molto simili a quelle della vita; ed è il motivo per cui si fa presto ad evitare! La musica, però, quando ben fatta, può essere in grado di segnalare situazioni impossibili da ricevere nell'ascolto, e il Black Poker di Cusa usa il free jazz e gli archi per stendere delle sensazioni affini agli argomenti: memore degli esperimenti dell'Ornette Coleman di Forms and sounds, dello string quartet of the chamber symphony of Philadelphia o, ancor meglio, della sua organizzazione armolodica in Dedication to poets and writers, Cusa e i suoi collaboratori sintonizzano le loro improvvisazioni nel giusto contesto ritmico ed immaginativo di un racconto simile ad una scala in cui entro ciascun gradino c'è un universo di umori e vicende. Nel caso di Black Poker le figure (re, regina, pali delle carte) reclamano una loro sopravvivenza e non c'è nulla nella musica che non tenda alla coerenza, anche a costo di sconfinare: è jazz circolare, con molte imperfezioni volute sulla tonalità, qualche tecnica estensiva ed un riposizionamento sugli archi (il Florence Art Quartet con Daniele Iannacone e Lorenzo Borneo ai violini, Agostino Mattioni alla viola e Cristiano Sacchi al violoncello), che agisce da giusto contrappeso, grazie anche all'esperienza del compositore/arrangiatore Duccio Bertini, specializzato in arrangiamenti per bands e grandi organici strumentali, vera arma in più per la musica, il quale accanto ad un apporto elargito alle dinamiche evolutive della composizione di Cusa, inietta per conto suo anche austerità sotto forma di interludio o di elegia".

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